martedì 10 settembre 2013

Il diritto distorto

Le recenti affermazioni del procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio in merito al caso Berlusconi necessitano un commento. Anche perché in queste ore la vicenda sta assumendo una rilevante valenza parlamentare. Nordio si dimentica che è stato un ottimo studente e si dimentica gli insegnamenti di Giuseppe Bettiol. È un caro amico ma la scienza giuridica è sempre scienza e non si lascia trascinare da sentimenti e simpatie politiche. Quando da senatore ero membro della giunta per le autorizzazioni  io fui il relatore di tutti i casi più importanti tra cui quello dell'onorevole De Mita, già presidente del consiglio, nei confronti del quale avevo il diritto di nutrire sentimenti di pesante ostilità personale.

Eppure proposi la non autorizzazione a procedere. Umberto Bossi mi votò contro e fece passare in aula la autorizzazione. De Mita fu poi assolto secondo il parere che avevo aspresso all'aula dopo avere ottenuto la maggioranza in giunta. Detto ciò a questi signori che nemmeno conoscono l'abc del diritto dovrei ricordare che l'articolo 25 della Costituzione di cui fu gran patron il professor Giuseppe Bettiol riguarda, cosiccome l'articolo 14 delle pre-leggi al codice civile, esclusivamente le fattispecie penali incriminatrici.

Nell'ambito del diritto anche civile e amministrativo ci sono sanzioni che non sono però penali. Un esempio semplice per gli analfabeti del diritto è la contravvenzione per eccesso di velocità. Quest'ultima è una sanzione amministrativa ma non è soggetta al principio di legalità di cui parla l'articolo 25 della Carta. E ancora, nell'ambito della caparra quando viene restituito il cosiddetto doppio, il che non è corretto detto in questi termini, viene in realtà restituita la caparra più una somma di uguale consistenza come sanzione per l'inadempimento; ma non siamo nella fattispecie penale.

Nell'ambito del processo civile, una azione promossa in modo temerario comporta sì una sanzione, ma questa non è penale. Quindi noi non possiamo guardare in termini "lati" la sanzione. La sanzione penale, cioè quella che ricade nel principio di legalità di cui all'articolo 25 della Costituzione, è soltanto quella prevista dal codice penale come sanzione per i delitti e le contravvenzioni penali. Nordio dovrebbe ricordare, ma evidentemente il passar degli anni glielo ha fatto dimenticare, una cosa. Quando il professor Bettiol aveva davanti uno studente ignorante e non sapeva come promuoverlo gli chiedeva quali fossero i reati. Ottenuta la risposta «delitti e contravvenzioni» chiedeva quali fossero le pene previste. La risposta doveva essere (e ciò prevede il codice penale) ergastolo, reclusione, multa (delitti); arresto e ammenda (contravvenzioni). Non sarebbe male se qualcuno si leggesse l'articolo 18 del codice penale. Per quanto riguarda poi la legge 689 cui fa riferimento Nordio, per la precisione la legge 24 novembre '81, è ovvio che prevedesse il principio di legalità anche se non fosse stato scritto in quanto la medesima norma prevede sanzioni amministrative sostitutive delle pene per i reati connessi. Quindi essendo sostitutive di pene previste 'a sensi dell'articolo 25 della Costituzione in quanto frutto di reato, evidentemente devono a loro volta avere come presupposto il reato commesso. 

Quindi se il presupposto è il reato e il reato deve essere previsto come tale prima di essere commesso, è evidente che anche per la sanzione sostitutiva ci sia la necessità della previsione precedente. E questo non è un principio di diritto amministrativo, ma è la conseguenza del fatto che si sostituisce una sanzione amministrativa alla pena prevista per il reato commesso.

Peraltro dovrebbe rammentare l'amico Nordio, anche volendo seguirlo e la cosa mi riesce intellettualmente molto difficile, sulla strada del  ragionamento in termini amministrativi, che la legge speciale posteriore delega alla legge generale anteriore. Cosa ben nota agli studenti del primo e del secondo anno di giurisprudenza. Inoltre per quanto attiene alle norme cosiddette delle manette alle società, premesso che le manette alle persone giuridiche non si possono mettere, si è fatta nel 2001 la legge che prevede sanzioni di tipo ovviamente amministrativo per reati commessi da persone fisiche a favore della persona giuridica. Ora anche all'inesperto del diritto risulta evidente che se la persona giuridica deve pagare una sanzione perché ad esempio un suo dirigente ha commesso un reato a beneficio della stessa persona giuridica, il fatto attribuibile alla persona giuridica sia lo stesso che viene attribuito come reato alla persona fisica e quindi necessariamente rispetti il principio di legalità.

Non ci può essere sanzione amministrativa se non c'è il reato, e da questo deriva il principio di legalità. Esempio: il fratello di una grande industriale nonché autorevolissima esponente di confindustria, un bel giorno corrompe un pubblico ufficiale dipendente di un comune affiché illecitamente un terreno della società portante il nome della sua famiglia diventasse edificabile. Scoperto e incriminato per corruzione patteggiò per sé la condanna penale per corruzione e per la persona giuridica che portava il suo nome patteggiò la sanzione amministrativa. Sempre per la stessa corruzione. Ed è evidente l'affermazione del principio di legalità perché la base è il reato. Ora la legge Severino riguarda lo status giuridico di una persona. Per essere parlamentare non deve avere riportato al momento della entrata in vigore della legge condanne penali superiori ai due anni. 

Che sia dovuta a reati dolosi o colposi, a delitti o contravvenzioni alla legge cosiddetta Severino non gliene frega nulla. L'unica cosa che interesse è che ci sia la condicio cioè la sentenza definitiva che superi i due anni. Siamo nell'ambito del diritto parlamentare, non siamo nemmeno nell'ambito più ampio del diritto amministrativo, che è un ramo particolare tant'è che la giunta non decide nulla, ma è l'aula che decide. Per cui non si può neppure ricorrere per via amministrativa. Non è un provvedimento per il quale si possa ricorrere in via amminsitrativa.

In questo Paese ormai per salvare un uomo (che non lo merita tra l'altro) stiamo mandando in cloaca i principi elementari del diritto. Vorrà dire che gireremo come Tex Willer o Buffalo Bill con la pistola al fianco. Il proiettile è un principio inconfondibile. E chi spara per primo vince. Volevo dire che se a qualcuno interessa io ho vinto qualche torneo, vedano loro. Riconosco invece che Nordio sa andare a cavallo, mentre io no. Ma l'amico Carlo lo sa, non mi deve tirare alle battute...

Renato Ellero

TORNA A RENATOELLERO.EU

sabato 27 ottobre 2012

Sesta lettera aperta al premier Monti


Caro Presidente Monti,

eccomi a Lei con alcune osservazioni critiche. Non mi illudo, ovviamente, che Lei risponda o agisca di conseguenza. La regola di cui Lei è insuperabile interprete si fonda sul principio di fingere di non sentire. Ad esempio Le ho chiesto  di risolvere e chiarire il problema della massoneria e Lei ha applicato il principio citato in modo esemplare. Le ho chiesto di intervenire sul ministro alle infrastrutture Corrado Passera perchè un ministro non può rimanere in quel posto con una imputazione come quella di Biella in tema fiscale, e Lei ha fatto orecchie da mercante.

Le ho chiesto di chiudere l'accordo con la Svizzera che ci avrebbe portato in cassa 12-15 miliardi, ma Lei promette e non mantiene. E qui la cosa diventa particolarmente grave perchè Lei potrebbe evitare l'aumento IVA, oppure potrebbe dimezzare l'Imu, ed invece di chiudere l'accordo con la Svizzera, preferisce scivolare fuori dall'argomento. Ora caro Presidente, le ipotesi di lavoro sul tema svizzero sono quattro,  escludendo, ovviamente quella della follia. Uno, Lei ha ingenti capitali in Svizzera ed evita accuratamente di pagare lì quelle imposte che ha evaso qui. Due, i Suoi amici, hanno grossi capitali in Svizzera e Lei, per motivi vari, non vuole arrecare loro un danno. Tre, Lei è un incapace. Quattro,  il primo e il secondo punto sussistono contemporaneamente, almeno come possibilità. Non so quale delle quattro sia  quella vera;  certo Lei non si  comporta così per fare una cortesia a me.

Non mi stupisco di Lei, né di un Capo dello Stato che la nomina senatore a vita quando Lei non ne ha i titoli, mentre provo ribrezzo per quelle forze politiche che non La inchiodano alle Sue responsabilità. Non mi stupisco di piccoli uomini senza dignità politica che si adattano ad un ambiente politico espressione del nulla, quali sono i vari Letta (soprattutto quello del pizzino), Bersani, Di Pietro, Maroni ed altri dello stesso stampo, ma di chi (vedi Grillo) fondando la propria azione sulla critica non rivela la sua assoluta conflittualità istituzionale con la soluzione del problema Svizzera. Vorrei, con questa mia, ma Le assicuro che non sarà l'ultima, chiederLe se i tagli fatti, dopo un anno e la nomina di un Ministro (Giarda) e di un esperto (Bondi), sono quelli apparsi in una trasmissione televisiva (Report) con relativa figuraccia del ministro Fornero.

Francamente è augurabile che prima o poi tutti, Lei per primo, siate portati davanti ad un  giurì d'onore che  faccia un esame profondo mettendoVi in stato d'accusa. Pensi che la vedevo, tipo Saddam o Mubarak (senza nipoti), incalzato dalle domande della pubblica accusa che inchiodava Lei ed i vari Passera, Fornero, Cancellieri... alle loro responsabilità, balbettante, con la saliva che usciva dai lati della bocca, come Forlani a Milano. Sul più bello, purtroppo , mi sono svegliato... A proposito di Cancellieri: quando quest'ultima caccerà il «signor Prefetto» di Napoli? Gli ricordi a costui che se mangia, si veste, e così via lo deve ai «signori cittadini» che gli pagano un lauto stipendio. O forse la Cancellieri ha la solidarietà da Prefetto?


Cordialmente, Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

P.S.

Dopo le dichiarazioni del ministro Clini relative alla sentenza dell'Aquila e dopo aver avuto conoscenza delle intercettazioni di Bertolaso e delle «confessioni» di Boschi, non crede che un governo dotato di un  minimo, e sottolineo minimo, di dignità dovrebbe cacciarlo con brutale celerità? Oppure siete così «ammortizzati» che nulla può intaccare la vostra bronzea indifferenza?

TORNA A RENATOELLERO.EU

martedì 17 luglio 2012

Quinta lettera aperta a Monti

Caro Presidente Monti,

dopo alcuni mesi di sofferto silenzio torno a scriverLe. Mi ero ripromesso un riposo più lungo, ma le Sue azioni sono troppo stimolanti per indurmi ancora al silenzio. Certo, per uno come il sottoscritto che ben conosce i «giochetti» delle dichiarazioni farlocche, le Sue affermazioni suscitano un po' di ilarità. Certo Lei non è disponibile a guidare ancora il governo, ma guarda caso tutta l'Europa, ma che dico il mondo, anzi il sistema solare si chiede, in preda al terrore, che cosa avverrà dopo Monti. L'unica cosa peggiore sarebbe rappresentata dal ritorno di Berlusconi. In realtà Lei prepara, grazie a giornalisti compiacenti (con relativi giornali) l'attacco alla Presidenza della Repubblica, dove salirebbe solo, ovviamente, per rendere un servizio al Paese. Se odiassi gli Italiani, non li stimo ma li amo, augurerei loro Mario Monti presidente della Repubblica.

Premesso che Lei non sarà ricordato per quanto ha dato alla scienza dell'economia perché il suo apporto è stato pari a zero; si tenderà purtroppo a nascondere il fatto che Lei ha collaborato con uomini di governo democristiani, sì proprio quelli che hanno combinato guai a non finire e che Lei, che quei guai collaborava a creare, critica sul presupposto che tutti noi non siamo a conoscenza del Suo passato. Un piccolo anticipo della sua lungimiranza: Lei allunga il periodo lavorativo, così fa cassa, ma dimentica che se chi ha un lavoro occupa il posto, chi lo dovrebbe sostituire rimane disoccupato. Non è che qualche Suo insegnante si è dimenticato, anni fa, di spiegarglielo? Lei ha fatto (cerco di evitare di occuparmi della Fornero per un senso di autodifesa sanitaria) una specie di riforma del diritto al lavoro. Ebbene, evito i termini del presidente di Confindustria, ma solo perché sono troppo leggeri e troppo generici. Pensi un po' che i posti non li crea la normativa del lavoro; quella li regolamenta, se ci sono. L'affermazione Sua e del Suo governo che la nuova normativa creerà posti di lavoro è la gemella di quella del milione di posti di lavoro di Berlusconi nel 1994. Sono intollerabili inganni nei confronti di un popolo che, purtroppo, non ha la dignità di prenderVi tutti a calci sul sedere... I Suoi amici, quelli che Lei deve tutelare, sono quelli che da ipocriti chiamate i mercati. La Goldman Sachs non è un mercato. Il fatto è che se i governanti dei vari Paesi non fossero in parte, ma in buona parte, invischiati con questi centri della finanza più bieca e squallida, gran parte dei dirigenti e dei loro collaboratori sarebbero già in carcere a scontare una lunga detenzione.

Quelli sono i Suoi amici. Il popolo italiano è solo un complesso di allocchi incapaci di reazioni fisiche. Perché se fosse capace di affermare la propria sovranità, Lei cambierebbe di colpo la canzone che oggi canta. Lei predica serietà, onestà, chiarezza, linearità... Ma già a gennaio avevo previsto, nella prima lettera che Le ho scritto, che Passera sarebbe stato indagato. E Lei si permette di fare a me, come a tutti noi, la paternale e non ha il minimo senso del rispetto nei confronti del cittadino che Le imporrebbe di allontanare dal governo il signor Passera. Si rende conto che il Ministro dello Sviluppo, oltre ad aver sviluppato la perdita di posti di lavoro, è accusato di aver evaso somme stratosferiche? E Lei pretende rispetto per un Governo che non rispetta se stesso e i cittadini che lo mantengono? Passera deve andarsene e la sua presenza è la dimostrazione di quali ambienti Lei è rappresentante. E Lei, signor Presidente della Repubblica, ha perso la voce? E Lei Monsignor Bagnasco perchè non viene in televisione ad indicarci Passera come esempio di uomo cattolicamente virtuoso. Già io non lo sono perché ho una sola famiglia, non ho esportato capitali all'estero, e non ho bellamente fregato fiscalmente lo Stato. Ed a questo punto ben mi vanto di non esserlo. La Chiesa cattolica, quella dei Passera, dei Formigoni, dei Gotti Tedeschi e dei corvi vaticani, fa proprio una bella figura. Oserei dire che potrebbe essere utilizzata durante un'omelia per meglio spiegare la parabola dei pani e dei pesci. Suvvia, caro Presidente, non penserà mica che siamo tutti cretini. Ma forse crede che non abbiamo capito che fino al momento in cui la Borsa varrà il 30% del valore originale, mancheranno alle tasche degli italiani ben trentacinquemila miliardi.

E Lei racconta che farà ripartire l'economia. Quelle due specie di giornali, Corriere e Repubblica, che per motivi opposti hanno lo stesso interesse, La coprono in tutte le Sue affermazioni con la penna di quella specie di giornalisti che vengono pagati solo per far sì che il lettore non sappia e, comunque, non capisca. Il problema è dato dalla sudditanza che molti, troppi, di Voi governanti avete nei confronti dei «mercati»;in sostanza di quei centri d'affari finanziari presso i quali esercitate qualche attività quando non riuscite ad avere poltrone governative. Ergo mi sembrate dei soldatini di stagno fermi sull'attenti. Sarebbe sufficiente che il cosiddetto salva-stati fosse munito di una «illimitata» capacità di spesa con l'obbligo d'acquisto dei titoli di debito pubblico che fossero collocati, riferendomi nello specifico ai decennali, oltre il punto e mezzo. Evidente appare che la quantità illimitata sarebbe di fatto solo teorica come in altra sede ho dettagliatamente spiegato. Continuo a ripeterlo anche perché non siete in grado di contraddirmi. É ovvio anche per i meno saputelli (per questo bastate voi!) che i «mercati», cioè i Vostri datori di lavoro futuri, sarebbero costretti ad investire ad un tasso inferiore. Così potrebbero, anzi sarebbero senza scelta, anche cominciare ad investire nelle Borse dando la possibilità agli investitori, costretti a fare da anni i cassettisti, di utilizzare i redditi ottenuti sui mercati (questi sì mercati) interni con il riavvio commerciale, e di conseguenza produttivo industriale o artigianale che sia, e la ricostruzione di un tessuto positivo di nuovi posti di lavoro. L'economia è semplice, caro Presidente. Quelli complessi e complessati sono gli economisti che, a dire il vero, non hanno quasi mai portato qualcosa di buono alla collettività. Altrimenti se tutti capissero come farebbero a vivere agiatamente? Si ricordi che Quesnay, uomo di grande spettro valutativo (se lo ha studiato) diffidava e metteva in guardia dalla finanza, perchè senza Dio e senza Patria.

Lei invece è letteralmente «intortato» in quel mondo e si capisce perchè. Lei sa solo parlare di numeri. Speri, speri che questo popolo, noto certo per essere pauroso, spesso vile, certamente privo in genere di attributi, non abbia un risveglio testosteronico, perché allora insegnerebbe a Lei, ed ai quattro cocchieri del nulla che sono gli ectoplasmi che guidano gli attuali partiti politici qualche dura punizione. Si ricordi, se ne è in grado, che prima iniziano i suicidi; questi sono i più deboli. Poi vengono i meno deboli e su questi Le posso consigliare qualche lettura storica. In particolare Le ricorderei Cromwell. Vede Squinzi, presidente di Confindustria oggi parla di un -2,4% del Pil. Ebbene a febbraio io parlai un -3% a salire. Ribadisco oggi che raggiungeremo il -3% e ripeto con grande probabilità lo supereremo. Ma è possibile che questo non le suggerisca nulla? É possibile che Lei parli dell'umiliazione di Berlusconi e dell'Italia a Cannes dimenticando che con un Presidente come Berlusconi era il minimo che potesse succedere? Ma via, in fin dei conti, Lei deve molto a Berlusconi. La Sua vicinanza negli anni '80 a certi esponenti democristiani e la Sua fama di massone (a questo proposito attendo da gennaio risposta sul punto) o quanto meno di persona nella «manica» dei massoni che contano, furono il vero trampolino di lancio a Commissario Europeo. Lo dico ben io che espressi chiaramente un giudizio negativo. Certo inutile con un Presidente membro della P2 e con il Capo della Lega in tutt'altre faccende affaccendato. Avevo voglia io di spiegare il perché della mia opposizione. A Berlusconi bastava che portassi quel voto che serviva per far eleggere Scognamiglio presidente del Senato. Io realizzai perfettamente il mandato ricevuto e, per mio principio, che Lei mai (e sottolineo mai) capirà, nulla chiesi e volli in cambio.

Non sono così sciocco da pensare che la signora Merkel e compagnia bella aderirebbero alla tesi che ho esposto. Ma vede, se la signora ama giocare, lo si fa fino in fondo. Questa vuole, perchè ne ha bisogno, un euro sostanzialmente debole per favorire le esportazioni tedesche. Certo Grecia, Portogallo, Irlanda hanno dato il loro contributo. Ma, data la loro dimensione, l'effetto non può prolungarsi nel tempo. Valutazione diversa si può fare per l'Italia e Spagna. Figlie entrambe di governi ridicoli e maggiordomeschi, con le loro dimensioni possono far durare a lungo la situazione di debolezza dell'Euro così, ovviamente, dissanguando l'Italia e la Spagna. Quando questi due Paesi languiranno nella miseria ed avranno riempito le tasche dei Tedeschi e dei «mercati» Suoi amici, allora si cercherà qualche altra vittima da immolare davanti ai canini del Conte Dracula. A questo punto bisogna porre e porsi una domanda: l'Euro è irreversibile solo per noi? Credo proprio di no. Ne consegue che la Germania e i Paesi ad essa collegati dovranno cambiare atteggiamento e ciò avverrà solo se capiranno che anche solo l'Italia non ha alcuna intenzione di dissolversi, ma che anzi è disposta a sparigliare le carte. É meglio una sofferenza forte e momentanea con un successivo rialzamento che una agonia lunga ed irreversibile. Se Papandreu avesse capito e tenuto duro sul referendum, il giorno prima, o al più il giorno dopo gli avrebbero steso i tappeti della totale solidarietà. Anche in politica, nazionale o internazionale che sia, è necessario avere fermezza e saper osare. Vede, caro Presidente (mi creda, saldato il mio debito con lo Stato fiscale posso ben chiamarLa caro) la gente che la sostiene si chiama, ad esempio, Enrico Letta. Sì, sì proprio lui, quello del pizzino... Ma ci rendiamo conto di quali mani ci governano. Quello, il Letta giovane, è il vice-segretario del PD ed in vena di far mostra della propria intelligenza politica dichiara che voterebbe il PDL piuttosto che Grillo. Certo godranno le baldracche (chiedo scusa le signore del Burlesque) d'Italia davanti a tanta sapienza e coscienza.

Quel Letta che dovrebbe solo ringraziare Grillo perché se non ci fosse tal valvola di sicurezza utile allo sfogo ed alla speranza, probabilmente avemmo qualche problema di ordine pubblico in più. Già l'ordine pubblico. In effetti è tipico dei baciapile cattolici e pseudo-democratici rispettare il popolo sovrano a suon di manganelli e pallottole di gomma quando il popolo medesimo, sodomizzato, s'infuria. Già se il popolo, affamato, impoverito, deriso, ingannato osasse protestare sarebbe assalito dai manganelli e da altri oggetti amichevoli. Ed i rappresentanti della Chiesa Cattolica (?) vostri soci deplorerebbero la... violenza del popolo. Certo che coloro che hanno dal greco antico coniato il termine democrazia, si stanno rivoltando nelle loro tombe. Ho citato, ricordandoglielo, Oliver Cromwell, poiché potremmo dividere la sua vita in due periodi nettamente distinti. Certo, crudele e spietato dittatore nel secondo, cui addiviene a seguito della difesa delle prerogative parlamentari lese dalla corruzione e dalla cecità di Carlo I e della sua marmaglia. 

Proprio queste due fasi dovrebbero far riflettere le amebe della nostra politica. Per questo termino citando il brano di una sua invettiva del 1653 in cui attaccava un parlamento che si era dedicato agli interessi personali tralasciando quelli pubblici: «È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che voi avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanando con la pratica di ogni vizio: siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie: come Giuda tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C'è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l'oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? É rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth? Voi, sporche prostitute, non avete forse sporcato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con i vostri principi immorali e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l'intera nazione: il popolo vi aveva scelto per riparare alle ingiustizie, siete voi ora l'ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete la porta a chiave. In nome di Dio andatevene!».

Cordialmente, Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

TORNA A RENATOELLERO.EU

giovedì 16 febbraio 2012

Quarta lettera aperta a Monti

Caro Presidente Monti,

nessun dubbio che se Lei avesse apposto la Sua firma sulla candidatura di Roma per le olimpiadi del 2020 (fra otto anni), si sarebbe risvegliata l'enorme schiera dei “mazzettieri” d'Italia. Tuttavia l'affermare che l'Italia non è in grado fra otto anni di organizzare un'olimpiade significa anche definire con brutalità questo come un Paese di morti di fame. Vede, caro Monti, il Capo di un Governo ha dei doveri molto particolari. Il Suo predecessore non ne aveva la minima idea; ma anche Lei sembra la pubblicità del «più piatto non si può». Non credo che la Spagna sia messa meglio di noi, e credo pure che speri non le siano assegnate le Olimpiadi del 2020; ma il Capo del suo Governo ha lanciato al mondo (capisce, Monti, al mondo) un messaggio di fiducia nel suo Paese. Il suo è invece un messaggio listato a lutto.

Ma cosa vuole andare nei consessi finanziari a «promuovere» l'Italia, quando il primo a non crederci e proprio Lei? Certo avesse avuto un po' di fantasia, di brillantezza avrebbe potuto firmare quella candidatura e presentarsi al mondo dicendo «L'Italia vuole organizzare le Olimpiadi del 2020 perchè è un grande Paese. Ma proprio perchè è un grande Paese e in quanto tale deve essere di esempio al mondo, propone, per il rispetto che si deve alla crisi finanziaria globale e a popolazioni che muoiono di fame, di utilizzare esclusivamente le strutture sportive che pur in Italia esistono. Queste non saranno le Olimpiadi della città di Roma , ma quelle di tutta l'Italia, da Roma a Milano, da Venezia a Torino, da Bolzano a Napoli, Genova e Palermo. Le varie attività saranno dislocate secondo criteri di omogeneità e razionalità».

Purtroppo, caro Presidente, c'è chi nasce per fare il generale e chi è solo nominato generale. Vede, il grande imprenditore, quello che passa con la denominazione di capitano di industria, è colui che prende un'attività in difficoltà e col famoso colpo di reni, la riempie di stimoli nuovi. Non deve necessariamente spendere: deve dare in intelligenza, intraprendenza, organizzazione. Il contabile è invece una bravissima persona, che conosce bene solo la matematica e che avendo in cura un'azienda in crisi, la conduce senza scosse ad una onorata chiusura. Passando davanti alle serrande di quell'azienda la gente dirà: qui c'era... Ecco, caro Presidente, Lei è un contabile.

Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

TORNA A RENATOELLERO.EU

lunedì 13 febbraio 2012

Terza lettera al premier: ovvero della monotonia di Monti

Lei, Presidente Monti, ha sostanzialmente definito monotono il posto fisso. Poi, aggredito dall'opinione pubblica per l'acume scientifico dell'intuizione, ha dichiarato, come al solito, di essere stato frainteso. Ebbene Lei, non ha tutti i torti. Essere nominato senatore a vita per meriti non ancora acquisiti, deve essere proprio una noia. Chiacchierare davanti a tavole capaci di soddisfare l'appetito dei commensali, che sparano spesso sciocchezze e luoghi comuni, deve essere di una noia mortale. Dire alla propria moglie se è preferibile spendere qualche migliaio di euro per un abito di Tizio piuttosto che di Caio per essere eleganti alla “prima” di non so che cosa, deve essere noioso in guisa mortale...

Decidere di passare le vacanze a Cortina o a Sankt Moritz deve essere veramente noioso. Fare una telefonata per raccomandare un figlio sapendo che all'altro capo del telefono c'è una persona che ha già deciso di dire sì, deve essere di una monotonia senza limiti. E così potremo citare per ore esempi siffatti e ciascun lettore di questa mia potrà aggiungerne a dismisura senza rischiare di annoiarsi.

Vede, caro Presidente, purtroppo quelli cui Lei si rivolgeva, per il 31% trova monotono cercare, e non trovare, alcun posto di lavoro. E nel restante 69%, la maggior parte dei giovani, trovano monotono, svegliarsi la mattina per andare al lavoro, non sapendo se, alla sera, torneranno a casa avendo ancora il monotono posto fisso. Sapesse quanti sarebbero felici se avessero il posto di Senatore a vita, posto fisso per eccellenza. Anche, credo, Carlo Rubbia e Dario Fo... Premi Nobel che secondo il nostro ineffabile Capo dello Stato non hanno illustrato la nazione come chi era «collegato» alla Goldman Sachs.

E quindi caro Presidente, continui pure. Provochi pure danni alla gente comune; sol che mi domando cosa succederà a Lei ed a quella scombiccherata compagnia di pseudo-parlamentari che la votano se questo popolo, scrotalmente parlando, inerme dovesse abbandonare l'uso, oggi in auge, del suicidio per disperazione e passare al farsi giustizia nei confronti di chi gli crea questa odiosa situazione. Pensa proprio che qualche manciata di magistrati colpiti da “inchinite acuta” e qualche decina di miglia di soldati e poliziotti sarebbero in grado di fermare decine di milioni di cittadini?

Da ultimo, volevo ricordaLe, che avendo anch'io avuto contatti con il mondo economico internazionale, tra le cause di non credibilità e inaffidabilità del Paese non mi hanno mai citato il cosiddetto articolo 18. Ma guarda un po'... Hanno citato piuttosto molti nomi che, oggi, siedono a tavola con Lei. A questo proposito La invito a ricordare che la famosa lettera della BCE la scrisse il governo Berlusconi. Il poveretto, non essendo, per nostra fortuna in grado di mettere in atto quella serie di corbellerie, chiese aiuto alla Bce che in materia è di certo molto esperta. Anzi, con Draghi, dovrebbe essere esperta soprattutto su come non far vedere i debiti nazionali. Altrimenti perché Draghi sarebbe stato oltre quattro anni alla Goldman? Data l'età a me resta la soluzione cinese: mi siedo sull'argine del fiume e aspetto. Dopo aver letto i Suoi articoli “corrieristici” pregni di tutto e del contrario di tutto, chissà che non si abbia occasione, dopo tanti anni, di rivederci. Con i migliori auguri.

Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

TORNA A RENATOELLERO.EU

martedì 20 dicembre 2011

Lettera aperta al presidente Monti

20 Gennaio 2011
Lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Monti

Caro Presidente,

debbo sinceramente ammettere di essermi sbagliato. Sia ben chiaro che non L'ho mai giudicata il «salvatore della Patria», ma ritenevo che avrebbe in qualche modo rispettato il Suo passato. Non ho mai considerato preclusivo il fatto che in tanti parlassero di Lei come appartenente alla massoneria perché, purtroppo, nell'ambiente in cui viviamo, questa sembra essere condicio sine qua non per emergere.

Quindi il fatto che Lei sia massone o no per me rappresenta forse un fastidio estetico, ma nulla più. Più problematico appariva il fatto della Sua frequentazione di ambienti, come Goldman Sachs, dai quali non è mai venuto nulla di buono; ambienti nei quali la finanza è vissuta in guisa distorta, malata. Una finanza che non rispetta l'uomo, ma lo utilizza verso una finalità che vive in se stessa e di se stessa.

Questo appariva ai miei occhi un vero elemento negativo. Speravo, tuttavia, che il prezzo pagato a fronte di una possibile brutta figura, avrebbe in un certo senso fatto dimenticare tali rapporti e la loro nefanda influenza. Non dimentichi che ci è ben nota l'operazione greca da parte di Goldman Sachs e JP Morgan; personalmente ho sempre manifestato il mio profondo disprezzo per l'agire di queste due, diciamo così banche. Anche se i miei ricordi di quando contavo mi rappresentavano una figura di un Mario Monti molto disponibile e malleabile pur di essere nominato commissario europeo. Non dimentichi che allora ero nella stanza dei bottoni e ben ricordo coloro che entravano per lucidarli... Spero non pensi che mi sia bevuto la storiellina elargita dalla stampa sulla Sua nomina a senatore a vita finalizzata a darLe caratura politica. Tale nomina è l'evidente prezzo richiesto o offerto al fine di premiare il rischio di un insuccesso personale.

Suvvia, Presidente, non vorrà farmi credere che Lei era meritevole di tale onore, quando l'unico ed assoluto dominatore della classifica si chiama Carlo Rubbia, premio nobel per la fisica, e l'unico (e sottolineo l'unico) italiano chiamato a ricoprire incarichi internazionali nel suo settore per soli meriti scientifici e non per, pur legittime, manovre di corridoio fatte col bilancino. Ciò non toglie che Lei sia, magari, più titolato di qualche altro personaggio che ha avuto tale nomina. Sol che questo non toglie il fatto che mai Lei sarebbe stato nominato senatore a vita se non avesse accettato un incarico che potrebbe ingenerare nel futuro uno stato piuttosto iracondo da parte dei cittadini italiani.

Orbene, se noi leggiamo le richieste pervenuteci dall'Europa, segnatamente da Germania e Francia, non appartenendo alla razza degli asini, notiamo una certa attenzione ai «tagli» e alla «distruzione» dei cosiddetti apparati corporativi borghesi tradizionali e degli ammortizzatori sociali, a fronte di una approssimativa e generica richiesta di una maggior propulsione sul piano economico. Va sottolineato che sempre sul piano economico la produzione italiana «incoccia» di sovente la produzione tedesca e francese. Ma si è mai visto qualcuno che spinge il concorrente ad aumentare la sua capacità di «danno»?

É solarmente evidente che Germania e Francia non hanno alcun interesse a che l'Italia aumenti la propria capacità produttiva non solo perché è concorrente sui mercati stranieri, ma anche perché rappresenta un freno alle importazioni nel nostro Paese da parte dei due stati or ora citati. Ciò che li preoccupa è lo stato dei conti italiani perché la continuazione di tale situazione, o addirittura l'aggravamento, porterebbe, credo, inevitabilmente ad un contagio delle economie francese e tedesca (meno forte di quel che vuole apparire) con un autentico crollo della cosiddetta eurozona.

L'ex premier Silvio Berlusconi era ritenuto, insieme al suo governo e all'apparato che gli sta attorno, impresentabile da un lato, e dall'altro il favore presso il popolo italiano, pur pesantemente decrescente, veniva visto con grande preoccupazione. La conseguenza era ed è ovvia; l'Italia deve avere un governo che realizzi le «necessità» franco-tedesche. Certo Lei è uomo conosciuto nel «ristretto» ambito finanziario in cui si decidono cinicamente le sorti della gente comune: incline questa a credere a tutte le frottole che giornali e giornalisti proni davanti al potere, ammanniscono loro). E senz'altro Lei è dotato di uno stile di tipo anglosassone, e noto anche in Italia ad un pubblico meno tecnico perché essendo uomo “Corriere della Sera”, ha una pubblicità certo più ampia di chi scrive sul giornale della parrocchia.

Su questo set, signor Presidente, si svolge il film, non dico dell'orrore, ma certo drammatico, di cui Mario Monti diventa attore principale e il capo dello Stato Giorgio Napolitano recepisce le spinte, la persuasione «diplomatica» di Francia, Germania e Stati Uniti. Caro Presidente, un uomo che si sia manifestato rispettoso del potere politico come Lei negli anni in cui è stato commissario europeo, (e nel contempo con solidi legami col mondo finanziario statunitense essendo legato alla Goldman Sachs), è una rarità. Anzi, con simili caratteristiche c'è solo Mario Draghi, ma era già occupato.

Ebbene Lei ha dimostrato di meritare la loro fiducia. I provvedimenti a favore della ripresa sono in verità dei vuoti tentativi di fingere un aiuto ad essa ed alla occupazione giovanile. Non parlerò di pensioni che certo vanno modificate, ma con scadenze economicamente e psicologicamente diverse. É inutile che la professoressa Elsa Fornero, ministro del welfare, pianga: ragioni la Fornero piuttosto sulle reazioni possibili. Guardi al 1994 quando Lamberto Dini propose la famosa riforma. Io fui uno dei pochi parlamentari che ebbe il «fegato» di affrontare la platea della CGIL con uno scontro frontale. E non mi portavo la polizia. Mi resi tuttavia conto in quella situazione che il problema pensioni non può essere affrontato con la mannaia. Si tratta di persone anziane che hanno lavorato per decenni e che, spesso a causa del tipo di lavoro, incorrono in una vecchiaia precoce.

Certo a Lei non interessa. Ed infatti non ha la maturità e la sensibilità che deve avere il capo di un governo se non vuole lasciare dietro di sé solo macerie. Ma voglio soffermarmi su pochi punti i quali dimostrano che Lei non è idoneo a ricoprire l'incarico attuale. Al di là delle mai chiarite (e questa è una colpa) accuse di essere legato alla massoneria (cosa che non turba i miei sonni) Lei deve rispondere al popolo italiano, non ad un parlamento squalificato, culturalmente inesistente, moralmente offensivo con le veroniche dei suoi componenti. E a questo popolo Lei deve spiegare le ragioni per cui abbiamo tre ministri «banchieri» ed un vice-ministro pure. Due ministri ed il vice-ministro provengono dalla medesima banca. Primo fra tutti c'è il responsabile del superdicastero allo sviluppo, alle infrastrutture e ai trasporti (ex amministratore delegato di Banca Intesa) Corrado Pàssera sarà ricordato innanzitutto per quei meravigliosi prodotti finanziari con i quali ha certamente avvantaggiato le Poste, ma senza dubbio alcuno non ha provocato benefici ai clienti. Ci furono molte polemiche allora (anche televisive), che certo Lei, troppo preso dagli incontri ristretti della sua vita, non ricorda. Male, molto male, Lei deve governare anche quelli che del periodo Pàssera non hanno certo un bel ricordo. Ma c'è qualcosa di molto più grave. Quando è emerso il «giochino» fiscale di Unicredit ed è stato incriminato l'ex amministratore delegato Sandro Profumo, è stato dalla stampa indicata anche Banca Intesa come partecipe di quelle operazioni. Ergo, se ciò fosse vero Pàssera dovrebbe essere indagato. Quali accertamenti ha fatto, o meglio fatto fare alla Guardia di Finanza per accertare la verità delle affermazioni della stampa, tra l'altro proprio quella specializzata? Oppure si ritiene di coprire, con il corto e laido mantello del potere, la verità? Noi cittadini abbiamo il diritto di essere informati da una commissione indipendente. E non è finita.

Sui giornali è apparsa la notizia che il buon Pàssera avrebbe scudato, con buona pace della segretezza, ben sette milioni di euro. Sempre i giornali riportano le risposte che avrebbe dato Pàssera: “erano risparmi della mia famiglia”. Tutto ciò è vero? E come spiega la correttezza di Pàssera, ex consigliere delegato di Banca Intesa, che raggiunge un accordo con l'Agenzia delle Entrate a saldo evasioni fiscali per 270 milioni di euro?

No, no, caro Presidente così non va. Non ho letto smentite di Pàssera né sui sette milioni, né sui risparmi di famiglia. Or dunque una tal risposta val bene per un privato, ma assolutamente è inaccettabile per un ministro che giura di servire la Repubblica. Questo è un punto che va chiarito con documentazione chiara e incontrovertibile. É vero o no? Se non è vero perché Pàssera ha lasciato sorgere e metter radici a questa notizia? Si ricordi che il «sovrano» è il popolo, non Berlusconi, Bersani, Casini e via dicendo, né tanto meno Napolitano. E un popolo, se si rende conto che è «sovrano» ha la forza del mare che nella sua furia travolge tutto.

Ebbene nominare Pàssera, sulla base di tali situazioni personali non chiarite, è un'offesa a noi cittadini in genere, ai pensionati «normali», ai lavoratori in cassa integrazione e non, agli impiegati di qualsivoglia categoria, insomma alla quasi totalità del popolo italiano. Perché è importante conoscere la verità sul problema posto da quei sette milioni di euro scudati, e stando alla stampa, confermati? Vede se Tizio commette un delitto ed il Capo dello Stato gli concede la grazia, Tizio non va in carcere, ma resta comunque marchiato dal fatto reato commesso. Orbene, l'esportazione illecita di capitali è un fatto illecito e lo scudo, al 5% atto di pura criminalità socio-politica, non cancella il fatto illecito in sé. É evidente, quindi, che il problema va posto e risolto con un chiarimento che non può essere dato dalle mere parole di Passera.

A questo proposito, collateralmente, vorrei che il cardinale Angelo Bagnasco che ha invitato Pàssera a Todi tra le personalità cattoliche di rilievo e che dovrebbero dare nuova linfa al mondo cattolico nella vita politica, avesse il coraggio di andare a fare l'omelia sui mercanti cacciati dal tempio in una fabbrica di operai in cassa integrazione. Sarebbe certo una situazione, come dire, curiosamente divertente.

Altro aspetto francamente inverecondo è quello relativo ai depositi in Svizzera. Perché il governo non accelera sull'intesa con la Confederazione Elvetica per una tassazione da girare al Bel Paese dei conti detenuti Oltralpe dai ricconi italiani? Dalle retrovie della politica l'entourage del ministro ai rapporti col parlamento Piero Giarda invita tutti a leggere un certo articolo sul Corriere della Sera. Articolo che dovrebbe spiegare le ragioni dell'immobilismo italiano. Va premesso che il Corriere non è il Vangelo, ma, anzi, ospita una pletora di articolisti di professione lustrascarpe che provengono dalle più disperate origini politiche e massoniche (si ricorda vero il periodo Ortolani?).

Ora questo servizio lo abbiamo letto e francamente l'invito da parte di un ministro a leggere il Corriere dei Piccoli mi fa molto pensare alla capacità di questi di ricoprire, a spese nostre e sulle nostre spalle, quell'incarico. Sulla base di quel ragionamento noi non dovremmo imitare Germania e Inghilterra, le uniche che contano in Europa insieme alla Francia, ma l'accozzaglia di paesucoli sempre e solo pronti a chiedere soldi per tener in vita i loro conti? Il ragionamento in buona sostanza, per chi ci legge è questo. Tizio, abita nel condominio Alfa, e scopre che la moglie soddisfa in quantità rilevante gli appetiti sessuali di svariati maschietti delle più disparate qualità e razze. Egli furioso decide di cacciarla di casa e di separarsi dalla stessa. Questa non si oppone e si dichiara disponibile. Ma nel condominio gli altri condomini, sospettano che anche le loro mogli possano trastullarsi con altri maschietti e gli dicono di aspettare che anche loro prendano delle decisioni. Così, Tizio non solo se ne sta in tranquilla attesa che le sue cornee protuberanze frontali crescano e ramifichino, ma, anzi, apre pure la porta a nerburiti giovanotti indicando magari, per accontentare i colleghi condomini, la porta d'accesso al sito ove si consumano le atletiche congiunzioni sessuali.

Caro Presidente, certi ragionamenti forse sono simpatici a Lei ed ai suoi amici, a noi, comuni mortali, no. Vede la Presidente della Confederazione Elvetica, rispondendo qualche tempo fa ad un giornalista che le chiedeva come mai l'ex ministro dell'economia Giulio Tremonti non volesse chiudere un accordo come la Germania e l'Inghilterra, rispose, con malizia, che evidentemente il Ministro Giulio Tremonti non voleva chiudere un accordo per i suoi interessi. Non credo, (posso sbagliare), suoi personali; credo che la Presidente si riferisse a quelli dei suoi conoscenti. Io non conosco i nomi degli «esportatori» ma la Presidente si. Vede Presidente Monti, Lei avrebbe una casa in Engladina che, guarda caso è in Svizzera. Questo non è un problema, ma è Lei che deve dimostrare di non avere interesse a proteggere sé o suoi amici. Noi abbiamo il diritto di pretendere non tanto una risposta, quanto una risposta con relativa prova. La moglie di Cesare non è al di sopra di ogni sospetto come persone, qual lei è, vogliano far credere. Correttamente, è la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto. Questo ha ben altro significato. Si guardi bene quella grave lesione sociale che lei ha realizzato con l'Imu. La seconda o terza casa che sia, in genere non sono abitazioni a disposizione dei piaceri del proprietario (come credo la sua in Engladina) ma sono investimenti, spesso supportati da mutui ben pagati, per crearsi una piccola rendita visto che aver fiducia nell'assistenza dello Stato nella vecchiaia, ancor meglio dopo di Lei e della signora Fornero, appare arduo e sciocco. Ebbene, l'entità dell'Imu che lei ha previsto è un delitto sociale che qualcuno un giorno non lontano dovrà pur pagare.

Spero sia Lei e qualche membro del suo governo a doverne rispondere perché, spesso sono i successori a dover pagare i debiti per le azioni malvagie dei predecessori. Ma come posso giudicare se non con senso di fastidio un governo che colpisce i poveretti sulle pensioni per risparmiare quello scempio dato dal «regalo» che Berlusconi si è fatto con le frequenze Tv? Queste sono nostre, ha capito Monti? Sono nostre e Lei non può permettersi che qualcuno ci derubi dei nostri averi. Ma a dimostrazione della fondatezza del mio pesantissimo giudizio nei Suoi confronti richiamo due fatti. Uno, sulla possibilità della revoca dell'auto-regalo di Berlusconi, l'onorevole Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha dichiarato che si rimette in discussione il governo. Tralascio ogni commento. Due, Pàssera nomina Paolo Romani, il già ministro allo sviluppo che ci ha materialmente sottratto le frequenza, rappresentante personale di Pàssera medesimo in Iraq e Afghanistan. Non so se l'ex ad di Banca Intesa abbia l'intenzione di farci morire dalle risa. Ma che cosa c'entrano questi due paesi? Perché non nominare Romani in Burundi, Costa d'Avorio e Burkina Faso? Il fatto è che Romani deve star lì a presidiare e difendere gli interessi televisivi del suo «padrone» e a sorvegliare che questo governo non ci restituisca le «nostre» frequenze. In questo contesto ricordo che un “ordine del giorno” votato dal parlamento col quale si auspica la messa all'asta delle frequenze oggetto del cadeau a Rai e a Mediaset non ha alcune valenza obbligatoria. Caro Monti, si ricordi che è inutile darsi un contegno esterno se questo non corrisponde alla sostanza.

Quando io fui parlamentare, per servire (io sì) il Paese, rinunciai alla Corte Costituzionale. Lei certo non ad uno scranno senatoriale a vita che francamente non mi convince. Rubbia... Rubbia... Un nobel negletto caro Presidente della Repubblica non fa certo onore alle istituzioni. A questo proposito visto che il Capo dello Stato ha dichiarato che debbono sacrificarsi anche i meno abbienti, non sarebbe opportuno che Giorgio Napolitano rinunciasse ad almeno metà del suo assegno?

Ora Monti, questa lettera è a Lei diretta, ma poiché nella mia vita ho avuto sempre cura di non avere scheletri nel mio armadio intendo renderla, com'è mio diritto, pubblica. Tutti debbono sapere in che mani siamo. Quanto a Pierferdinando Casini, dominus dell'Udc, che tanto La sostiene, è quel personaggio che, caltagironianamente parlando, non può aver ricevuto tangenti nella sede del suo partito, solo perché non ha un ufficio personale. Anche qui tralascio ogni commento. Cari italiani che leggete questa mia, continuate a votare questa gente, continuate, continuate... ma non lamentatevi. Non ne avete il diritto. Io invece sì; e poiché non voglio favori, né temo attacchi, esprimerò sempre le mie opinioni affinché nessuno possa dire, “non sapevo, nessuno me lo ha detto”. Caro Presidente, auguri, se ne ha bisogno, ma sappia che questa mia è la prima, ma non sarà l'ultima.

Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

TORNA A RENATOELLERO.EU

martedì 29 novembre 2011

Tifosi per forza

Il governo Monti lascia con l'amaro in bocca chi, per propria conoscenza, sa che i ministri dello stesso sono falsamente definibili come tecnici. Non c'è un solo ministro che non abbia la benedizione specifica di una forza politica presente in parlamento. Passera ha la benedizione degli ex democristiani e della CEI e vedrete che, quando riapplicheranno l'ICI, egli passerà anche sopra il cadavere dell'operaio che dopo trenta o quarant'anni di lavoro si è fatto la casetta, mentre, al contrario SMA (Santa Madre Chiesa), fatti salvi i luoghi del culto (ovviamente), passerà indenne con tutto l'immenso patrimonio immobiliare di proprietà. E sarò proprio curioso di vedere cosa sarà dell'IVA relativamente ai commerci di «cose sacre» (sic!). A Todi c'erano molti baciapile e tre di questi sono presenti in questo governo. Anche questo è un partito.

La Fornero, quota UDC, complessata dal fatto che non ha una maturità (classica o scientifica) di base, ma un diploma di ragioneria (nel mondo accademico si nota) si è subito esibita in una amenità sociale. Ha detto: «Col sistema contributivo diminuiranno le pensioni, ma ci sarà più equità». Se una pensione di 800/900 euro mensili viene tagliata non occorre equità. I morti sono tutti uguali. Quel criminale di Hitler sul paiano dell'uguaglianza era perfetto: nei campi gasava tutti con tagli «orizzontali». Peccato che fosse un assassino. Da ultimo due nomi: Clini e Severino.

Per quanto riguarda Clini (francamente men che modesto) è il caso di chiedere informazioni ai meno giovani di Marghera e avrete risposte che anche la penna più tagliente non sa esprimere in ugual misura. La Severino... Erede di Flick, amico da sempre di Prodi e Treu, l'uomo che come ministro guardasigilli ha distrutto le ultime speranze di un processo serio in Italia, ha ereditato da questi la funzione di avvocato di «Confindustria». Ciò rende molto in termini economici, meno in termini scientifici. In fatti è più nota per gli incarichi che per il contributo scientifico al diritto penale. Tanto per non collocarla politicamente, questa era una delle due scelte (l'altra era Nitto Palma) di Berlusconi per il Ministro di Grazia e Giustizia.

Ma tant'è dobbiamo sperare tra una fregatura e l'altra, riescano a realizzare una situazione di «normalizzazione» economica al fine di recuperare un po' di danni che Berlusconi ha creato. Pur di non avere più Berlusconi tra i piedi il mondo politico internazionale è pronto (Russia esclusa) a fare ponti d'oro al nuovo governo. Speriamo che non usino unguenti particolari per sodomizzare noi cittadini stupidamente passivi. Certo che se prima di aumentare i balzelli o applicarne di nuovi, Monti ed il suo governo non promuoveranno l'accordo con la Svizzera (dove Monti si rifugia spesso) in grado di rendere subito 30/35 miliardi di euro e successivamente 13/15 miliardi l'anno (accordo già fatto da Germania ed Inghilterra), questo popolo ha il dovere, non solo il diritto, di occupare le piazze paralizzando il Paese con un silenzio di sepolcrale orrore.

Se per non essere feriti dai mercati internazionali, dobbiamo morire per mano di mercanti interni, è meglio, come i grandi navigatori, affondare eroicamente con la propria nave. In altra occasione Vi promettiamo che approfondiremo il tema delle rendite (quasi nulle) allo Stato delle concessioni televisive. Con buona pace di B. e C. (Confalonieri) è ora di finire con le prese in giro. Se poi qualcuno si stupisce della ilare imbecillità dei giornalisti italiani alle battute solarmente insipide di Monti, bisogna considerare la nota tendenza al lecca... "qualcosa" dei giornalisti del nostro Paese. Mi dimenticavo un particolare: Monti ha studiato dai Gesuiti. A buon intenditor poche parole.

Renato Ellero
pubblicato su VicezaPiù del 27 novembre 2011, pagina 4

TORNA A RENATOELLERO.EU

venerdì 25 novembre 2011

L'omertà della finanza, la sfida a Renzi

Oggi, sia a livello mondiale che a livello locale (Italia), il primo problema nasce dal mondo finanziario. Da questo partono il caos economico, l'ingiustizia sociale, la corruzione ai livelli più alti della politica.

Al di là di responsabilità penali accertate o accertabili, è necessario prendere tutti coloro che hanno potere decisionale nel mondo bancario e assicurativo e cacciarli in malo modo. É irrilevante guardare a responsabilità giudiziariamente accertate quando le stesse, rarissime espressioni di qualche procura, sono destinate alla più bieca delle prescrizioni. Tutti in quell'ambiente sono colpevoli di qualcosa perchè, per non essere esclusi, devono avere nel loro bagaglio una reciproca ricattabilità. Ricordo, quando facevo politica attiva e mi vantavo di non avere scheletri negli armadi, che tutti, e sottolineo tutti, i colleghi mi riconoscevano questo merito come un limite «insuperabile» nei miei rapporti con loro e con il vertice politico. É necessario che i vari Profumo, Passera e così via vengano eliminati non per i reati (commessi o non che siano) ma perchè tra loro vige una legge di omertà che rende inquinato tutto quel mondo. E non dimenticate le affermazioni di Dalla Valle, altro personaggio che vuole apparire ciò che non è: in grave crisi di lucidità indicava in Tremonti, Maroni, Galan (udite, udite: Galan) ministri noti e stimati all'estero.

Che Tremonti sia noto all'estero è vero (ho deliberatamente omesso «stimato») ma Maroni e Galan non sanno neanche chi siano. Per quanto riguarda Renzi, ho letto i cento e passa punti sui quali incentra la sua iniziativa politica; inizialmente mi era simpatico, ma successivamente si è innamorato del personaggio dimenticando la sostanza. Oggi lancia gli oltre cento punti. Alcuni sono delle emerite sciocchezze. Altri li ho sostenuti almeno vent'anni or sono con la differenza che io, allora, non mi sono limitato a citarli ma li ho approfonditi.

Vede, Renzi, se Lei si fosse fermato a cinque o sei punti importanti sarebbe credibile. Uno che spara cento cose di cui nulla sa, non può che fare brutta figura. Sono pronto ad un confronto diretto con Lei e, pensi, non a casa mia, ma a casa sua. Lo vuole? Io non sono Bersani (buon uomo, simpatico, ma nulla più) né sono una cariatide del portale del potere pidiessino. A Lei accettare e scegliere: io non ho problemi. Terreno suo e argomenti suoi. Deve però accettare l'esito. Ululare al lupo non ha portato fortuna al pastorello. Pensi soprattutto a non ergersi a prima donna ma a collaborare con i giovani migliori del Suo partito per procedere al doveroso ricambio. Ho detto ai giovani migliori, perchè di giovani imbecilli pronti a chiedere il posto in quanto giovani, il suo partito è pieno: privatamente posso farLe una lunga lista. E smettiamola con le menate formali di partito e movimento, perchè quando si governa si è partito, punto e basta. Movimento è quello di Grillo ma solo perchè non governando, e, per ora, non volendo governare, esprime solo le istanze del cittadino, razionali o non che siano, chiedendo a chi governa di realizzarle.

Renato Ellero
pubblicato su Vicenzapiu.com del 22 novembre 2011


TORNA A RENATOELLERO.EU